European Commission - 7th Framework Programme European Museums and Libraries in/of the age of migrations last updated: February 2015


Exhibition: L'Islam in Sicilia, un giardino tra due civiltà

3 Feb - 15 May 2012

Gibellina, Italy | Istituto di Alta Cultura Fondazione Orestiadi

 

 

La Fondazione Orestiadi realizza il lungimirante progetto dell’Assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo guidato dal prof. Daniele Tranchida pensato per rendere il circuito arabo-islamico un nuovo fattore di attrazione dei flussi turistici interessati a riscoprire le molteplici radici storico-culturali della regione.

L’assessorato intende infatti mettere in rete le persistenti tracce nella cultura popolare insieme ai motivi artistici che uniscono da millenni il Mediterraneo e che traspaiono nelle opere degli ingegni creativi delle due sponde. Inoltre, la recente scoperta di importanti reperti archeologici consente di creare un percorso articolato che comprende, musei, luoghi della memoria e siti d’arte.

Il progetto, finanziato dall’ Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo e realizzato dalla Fondazione Orestiadi, ha come momento centrale la presentazione della mostra L’Islam in Sicilia, un giardino tra due civiltà, che si presenterà al Baglio Di Stefano di Gibellina domani alle ore 17.00.

La Sicilia ha un patrimonio specifico ed unico: quello della civiltà islamica presente nell’Isola dal IX all’ XI secolo. La Sicilia ideale punto strategico d'incontro e di confronto delle culture del Mediterraneo con l'Islam conobbe un momento importante della sua storia ricco di conseguenze.

Rivisitare questo momento storico è un voler riprendere le trame di un tessuto molto complesso di antichi valori, di linguaggi, di tradizioni, che si intrecciano in una affascinate variegata realtà brillantemente sfaccettata.

Questa rivisitazione può essere di grande aiuto per conoscersi e riconoscersi nello scambio dialogico obbligatorio fra le due sponde del Mediterraneo, più che mai necessario in questo momento di grandi cambiamenti, se non vogliamo cadere succubi di una tecnologia piattamente omogeneizzante.

 


L’esposizione segue il tracciato già indicato da Ludovico Corrao con le diverse sezioni che ne riflettono l’originale concezione espositiva: l’eredità classica araba, curata dall’archeologa Alessanda Bagnera; la continuità dei rapporti artistici e culturali tra la Sicilia e il mondo arabo islamico a cura di Enzo Fiammetta; le permanenze antropologiche nel percorso curato da Antonino Cusumano e Giuseppe Aiello; l’arte contemporanea a cura di Achille Bonito Oliva, viva testimonianza dell’attività creativa realizzata in occasione delle residenze di artisti delle due sponde del Mediterraneo a Gibellina e a Dar Bach Hamba a Tunisi; la sezione delle installazioni multimediali curata da Lorenzo Romito.

Vi è consapevolezza, d’altra parte, che questa ambizione altro non è che la volontà di interpretare con nuova vitalità il ruolo che la Sicilia storicamente, e a più riprese, ha avuto anche grazie alla sua posizione geografica: come luogo di transiti mediterranei, di scambi di saperi e di conoscenze tecniche, e come crogiolo di nuove sintesi e sincretismi tra culture mediterranee e culture continentali. L'iniziativa, patrocinata dalla Regione Siciliana e dal Comune di Gibellina, realizzata in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri Italiano, è stata accompagnata da altri eventi che l’hanno ulteriormente arricchita: la mostra di miniature e calligrafie dall’Iran; il convegno “Per una carte geoculturale del Mediterraneo” e il recital di poeti mediterranei, il simposio su “La scuola di traduzione di Palermo - La traduzione come strumento di dialogo interculturale”.

Seguirà la realizzazione dei laboratori didattico-teatrali che si svolgeranno con le scuole del territorio coordinati da Claudio Collovà, ed infine, la manifestazione si arricchirà del contributo dell’Associazione Sole Luna che curerà la proiezione di alcuni documentari.

 


La sezione d’arte contemporanea
A cura di Achille Bonito Oliva


La mostra dal titolo “Intrecci” tra Oriente e Occidente, prevede una selezione di artisti di fama internazionale, provenienti da differenti paesi, con opere, alcune già presenti nella collezione del museo delle Trame Mediterranee, altre realizzate site specific. Tutte, portavoci di segni che legano trasversalmente i differenti modi di intendere l’arte contemporanea nel Mediterraneo. Frammenti capaci di riscoprire, reinterpretare e ricordare i legami tra mondo arabo e cultura occidentale.
Gli artisti selezionati sono Moataz Nasr (Egitto), Adonis, Ziad Dalloul (Siria), Nja Mahdaoui, Khaled Ben Slimane (Tunisia), Hakim Abbaci, Amar Briki (Algeria), Rita Ernst (Svizzera), Mary Zygouri (Grecia), Shay Frish Peri (Israele), Robert Cahen, Jaqueline Guillermain (Francia) e gli italiani Michele Cossyro, Salvo Cuccia, Baldo Diodato, Matteo Fraterno, Francesco Impellizzeri, Innocente, Emilio Isgrò, Rossella Leone, Alfonso Leto, Nunzio, Miriam Pace, Mimmo Paladino, Alfredo Romano, Mario Schifano e Croce Taravella.

Il percorso espositivo si completa con la presenza dei cosiddetti prisenti, drappi processionali, realizzati per la città di Gibellina a partire da gli anni ’80, per la festa di san Rocco, che traggono ispirazione dai doni che i pellegrini islamici portavano in omaggio alla Mecca e che fanno parte della collezione permanente del Museo Civico della città.
I prisenti in mostra sono di Carla Accardi, Renata Boero, Alighiero Boetti, Sami Burhan, Michele Canzoneri, Carlo Ciussi, Pietro Consagra, Isabella Ducrot, Nja Mahdaoui, Giuseppe Santomaso e Giulio Turcato.

 


Eredità etnoantropologiche dell’Islam. Migrazioni.
A cura di Giuseppe Aiello e Tonino Cusumano


La sezione etnoantropologica della mostra L’Islam in Sicilia ha messo al centro il tema delle migrazioni – migrazioni di uomini, cose e simboli – ispirandosi all’idea che l’eredità dell’Islam in Sicilia si può forse conoscere anche a partire dall’eredità della Sicilia in Tunisia, può spiegarsi attraverso una dislocazione dei punti di vista, un rovesciamento della prospettiva. Da qui la scelta di tentare di documentare, come in un gioco di specchi, quanto della civiltà araba sia penetrato e conservato nella morfologia della cultura siciliana, e quanto, nello stesso tempo, la prolungata presenza dei siciliani in Tunisia abbia influenzato e modificato la loro vita e quella degli stessi nativi. In questo quadro, sono stati privilegiati gli aspetti della cultura materiale e popolare, quelli legati al lavoro, alla quotidianità, alla ritualità.

Della ricca e composita tessitura culturale che lega insieme la nostra Isola e l’antica Ifriqiya in un sottile gioco di connessioni e di rimandi interni, la mostra vuole suggerire qualche chiave di lettura attraverso una strategia comparativa che riveli o faccia almeno intravedere la sintassi che regge il complesso sistema di convergenze e reciprocità culturali.


In catalogo, contributi di Antonino Buttitta, Antonino Cusumano, Salvatore Costanza,Giuseppe Aiello, Giovanni Ruffino e Francesca Corrao.

 


La sezione archeologica
A cura di Alessandra Bagnera


La proposta espositiva della sezione archeologica della mostra, si concentra solo sul tema della Sicilia islamica, tema di per sé sfuggente sul piano delle testimonianze materiali certamente collocabili nell’arco cronologico compreso tra 827 (inizio della conquista islamica dell’isola con lo sbarco a Mazara) e 1040 ca. (data a cui si riporta l’inizio dello sfaldamento del regno dei Kalbiti). La scelta degli argomenti da utilizzare è dunque obbligatoriamente definita da ciò su cui possono esistere delle certezze: alcune iscrizioni, le monete, i gettoni vitrei, i sigilli di piombo, la ceramica che, a sua volta, può permettere di allargare il discorso sui sistemi di sfruttamento delle risorse idriche. Quest’ultimo argomento permette di spostarsi anche sui bagni di Cefalà Diana dove esiste una preesistenza architettonica che si ritiene possa potersi collegare con una fase di frequentazione del sito archeologicamente datata in età islamica. Il Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Sicilia – ha realizzato il video Cefalà Diana. Un bagno arabo normanno in Sicilia (Regia Bernardo Giannone, 3’, 2012).
In catalogo, contributi di Giuseppe Barbera, Marilì De Luca, Roberta Giunta, Alessandra Molinari.

 


La sezione multimediale. Common Design, tessere relazioni, condividere spazi.
A cura di Lorenzo Romito

Questa sezione ripropone il Tappeto Volante e alcune installazioni della prima edizione della mostra “Islam in Sicilia, un giardino tra due civiltà”. A queste si aggiunge un lavoro inedito: Waiting news, Scambi di Rotta, attorno ad una questione spinosa ed ancora aperta; la vicenda della drammatica attesa di notizie dei familiari di 236 ragazzi, partiti un anno fa dalle coste tunisine e scomparsi nel nulla nell’indifferenza delle istituzioni e dei media italiani e tunisini. Progetto di Stalker con Amisnet e con il Comitato dei genitori degli scomparsi.

La “Biblioteca arabo sicula” (installazione di brani documentari, 24 serigrafie su cristallo) realizzata da Antonio De Luca e Stalker. Una selezione di testi arabi significativi nel fornire elementi di conoscenza di località e usi della Sicilia musulmana tratti dalla Biblioteca arabo sicula di Michele Amari.

“Paesaggi Etnomusicali tra Islam e Sicilia”, un progetto di Mario Crispi, frutto di ricerche personali e di un lavoro di assemblaggio e similitudine tra vari sorgenti musicali delle tradizioni orali tra Sicilia e Maghreb.
La “Carta dei Toponimi”. E’ una stampa ologrammatica della Sicilia, che consente di leggere da sinistra i toponimi in italiano e da destra in arabo. Progetto Stalker, grafica Fortunato della Guerra.

“Giuhà/Giufà” (videoinstallazione). Un personaggio buffo, stupido e geniale tramandato dalla tradizione popolare araba a quella siciliana, un personaggio ancora vivo nelle culture del Mediterraneo. Progetto Stalker, Video Vincenzo De Cecco interpretato da Sandi Hilal e Alessandra Costanzo.

“Il Tappeto Volante”, Installazione in corda e rame che riproduce in scala reale metà del soffitto della Cappella Palatina di Palermo. Realizzato dalla Comunità Curda di Roma è diventato elemento simbolo e messaggero di fratellanza; ha percorso tutte le principali capitali del mondo arabo. Viene presentato per la prima volta in Sicilia. Progetto di Ararat/ Stalker

 

 

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